VIAGGIO DI MISSIONE 2018 IN ZAMBIA

oznor

Nell’estate 2018 Sr Monica e 6 ragazze hanno intrapreso un viaggio di missione in Zambia per visitare i luoghi dove Carità senza Confini è fortemente presente da anni con l’unico intento di portare sollievo a gente bisognosa di tutto. Di seguito alcune loro testimonianze.
‘Un grande grazie all’Associazione Carità senza Confini che ci ha dato questa possibilità e ci ha permesso di vivere un’esperienza unica che lascerà un segno indelebile nelle nostre vite’
In realtà il viaggio era cominciato già mesi prima con una attenta formazione fatta di incontri mirati alla preparazione dei partecipanti.
– Incontri con don Raymond per riflettere sulle motivazioni e le aspettative di questa esperienza e anche per introdurci nella cultura e nelle tradizioni dell’Africa.
– Incontri con chi aveva già fatto viaggi di missione per aiutare ad avere un’idea chiara su quello che poi si toccherà con mano.
– Incontri con Sr Josephine, la suora zambiana che ha accompagnato le ragazze durante la loro permanenza.
La formazione è continuata anche in Zambia con tutti i momenti belli e ricchi di condivisione che abbiamo avuto tra noi o con le suore’ (Sr Monica)
Prima della partenza le ragazze hanno ricevuto il Mandato Missionario.
‘Il mandato missionario è un momento di preghiera durante il quale coloro che si sono resi disponibili per una esperienza missionaria vengono inviati, a nome della Chiesa, in terra di missione. Viene consegnata la croce, simbolo e motivazione della scelta di condividere con i fratelli più bisognosi la fede e gli aiuti. Ci è stata consegnata anche una candela, accesa dall’altare, simbolo della fede in Cristo, e l’esortazione apostolica Gaudete et Exultate, che è un Documento Pontificio sulla santità, fonte di crescita per l’esperienza missionaria e per la vita.’ (Sr Monica)
Le testimonianze al ritorno parlano di legami, incontri, storie di vita dolorosa, umanità, sorrisi.
Ma lasciamo che siano le loro parole ad accompagnarci lungo questo viaggio.
Le motivazioni che hanno spinto a partire:
‘Siamo partite in gruppo, poche ragazze, ognuna con la sua storia e con i suoi pensieri, ognuna in cerca di qualcosa. Siamo partite conoscendoci poco ma avendo in comune un desiderio: portare tutto ciò che eravamo e riempire i nostri occhi e il nostro cuore di tutto ciò che avremmo incontrato’ (Barbara – MONTEFELTRO)
‘Lo ammetto, sono partita con intenti forse un po’ egoistici, qualcosa che mi soffocava dentro, la sensazione di non apprezzare abbastanza tutti quelli che mi vivevano accanto. Ma sono partita, per tre mesi, con umiltà e con una profonda e sofferta preparazione spirituale, pronta a donare l’unica cosa che potevo offrire: un sorriso’. (Giorgia)
‘Volevo rivivere l’esperienza del servizio in una realtà un po’ più lontana da me , sia fisicamente che culturalmente, avere quindi la possibilità di conoscere e iniziare a comprendere quello che esiste “oltre il muro di casa mia” e poter dedicare un po’ del mio tempo e di quello che possiedo io come individuo a qualcuno che non fossi io o le persone a me quotidianamente vicine’ (Maria Speranza)
‘L’Africa è una ESPERIENZA INTERIORE ENORME, che può capire solo chi l’ha vissuta. Sono le emozioni che si vivono a non avere le parole adatte, sono immagini che arrivano diritte agli occhi come uno schiaffo. Questa è stata la motivazione che mi ha condotto in Africa: avevo bisogno di uno schiaffo. Avevo bisogno di trasformare il mio personale dolore in azione’ (Sara)
‘Sinceramente, sono partita senza aspettative particolari, solo con il grande desiderio di incontrare più persone possibili e conoscere da vicino le loro storie e le loro realtà. Volevo anche vedere i Progetti realizzati negli anni da Carità senza Confini. Sono partita con il cuore aperto a tutto e a tutti’ (Sr Monica)
‘Il desiderio di andare in Zambia è nato da un viaggio in Bolivia che ho fatto da bambina con mio padre. Ho avuto la fortuna di viaggiare con don Oreste, il suo sorriso mi ha sempre accompagnato per quei pochi giorni condivisi con lui; ho visto come la sua gioia e la sua semplicità hanno aiutato veramente tanto i più bisognosi; il suo sorriso riscaldava chiunque. Questo sorriso me lo sono portato dentro per tutti questi anni finché ho deciso di partire per lo Zambia. Sapevo di non poter fare chissà cosa, ma volevo provare a donare un sorriso’. (Sarah)
Le testimonianze delle ragazze nel pieno della loro esperienza missionaria:
‘E’ stato proprio lì, nella parte più povera dello Zambia che abbiamo ricevuto il regalo più grande e più prezioso, è lì dove l’uomo vive al limite della sopravvivenza che abbiamo incontrato la più profonda umanità. Nel nostro viaggio abbiamo fatto esperienze molto diverse: abbiamo vistato Missioni, abbiamo visto i Progetti sostenuti da Carità senza Confini finalizzati a garantire un pasto al giorno a tanti bambini e a dare la possibilità ad altri bambini malnutriti di ricevere cure mediche e l’integratore alimentare. Anche l’esperienza nelle scuole è stata importante, le scuole più povere sono fatte dal nulla e con nulla, eppure restano ancora un privilegio, andare a scuola non è scontato’. (Barbara)
‘In realtà ho principalmente ricevuto, sono stati loro ad aiutare me con la loro semplicità e voglia di vivere. Abbiamo ascoltato tante storie di povertà e violenza. Ci sono persone che non sanno neppure quanti anni hanno perché non hanno la cognizione del tempo, pensano solo al presente, per loro è importante continuare a vivere, non importa quanti anni hanno, o che giorno è, sono vivi!’. (Sarah)
‘Ho visto tanti bambini, tantissimi: ci hanno incontrato con curiosità e grande gioia; ho conosciuto tante donne che si danno da fare per mandare avanti la famiglia, tanti anziani che, a modo loro, cercano di aiutare, tante persone colpite dalla lebbra che, nonostante tutto, sono sereni; ho incontrato tanti giovani che vogliono sollevarsi dalla loro condizione ma, purtroppo, spesso non fanno altro che imitare modelli lontani dalla loro cultura’. (Sr Monica)
‘Nonostante la fatica, i disagi, i contrattempi, il viaggio vale la pena. Ne vale la pena solo per capire cosa significhi non avere quasi nulla ma trattare quel quasi nulla con dignità e rispetto; ne vale la pena per rendere più spensierata l’attesa di tanti bambini che dalle dieci del mattino aspettano di ricevere forse l’unico pasto della giornata nei Centri Nutrizionali. La sofferenza è palpabile, ti sale la rabbia dell’ingiustizia: sono momenti intensi di incontro e di scoperta, di amore donato e ricevuto’. (Maria Speranza)
‘Questo è stato un viaggio di incontri: abbiamo incontrato tante persone diverse tra loro, persone che sono state capaci di aprirci il loro cuore, di aprirci le porte delle loro case, di farci conoscere le loro famiglie e di donarsi a noi facendoci conoscere un po’ della loro vita. L’incontro più toccante e sorprendente è stato l’incontro con la disabilità’. (Barbara)
‘ Ciò che più mi ha colpito in questo viaggio sono i legami, legami che io ho stretto senza neppure accorgermene. Prima di tutto i legami con le ragazzine della scuola di Da Gama con le quali era sempre bello chiacchierare o cantare alla sera dopo una giornata passata nei Centri Nutrizionali; con le Sisters che ci hanno accompagnato per tutto il viaggio e ci hanno raccontato tante storie di vita vissuta; legami con bambini davvero piccoli ma con delle anime meravigliose’. (Laura)
Cosa rimarrà dentro di questo viaggio?
‘Sono tornata a casa con la valigia ‘piena piena’ di gratitudine: alla fine sono stati loro a donare a me. Ogni singola persona conosciuta, ogni storia, ogni abbraccio, sorriso, ogni gesto mi ha aperto il cuore e la mente. Ho imparato a vivere giorno per giorno, a sorridere sempre e a ringraziare, perché nulla è mai dovuto!’ (Giorgia)
‘Cosa rimarrà dentro di me? Steve, un bambino abbandonato perché gravemente disabile, che mi è comparso davanti agli occhi.
Steve è stato l’Africa che cercavo.
Steve è stato l’Africa che non mi aspettavo ma che mi ha cercato.
Steve è stato il senso di questo viaggio, senza che io lo sapessi mentre lo stavo vivendo.
Steve è stato uno schiaffo di emozione.
E di fronte a questo schiaffo non sono arretrata ma una forza mi ha spinto ad andargli incontro senza paura; quella forza era AMORE. (Sara)
‘Sono consapevole che ciò che ho potuto concretamente fare laggiù sia ben poco rispetto ai tanti bisogni impellenti, tuttavia credo che lo spirito del servizio sia anche questo, essere là dove c’è bisogno in rapporto alle capacità che uno possiede ed è in grado di spendere Questo viaggio di missione è stato quindi per me un viaggio intenso e complicato, come d’altronde credo sia la terra da noi visitata’. (Maria Speranza)
‘Tanti bambini incontrati, tante persone di cui ho ascoltato la storia che porto nel cuore e nella mia preghiera, tanta povertà toccata di persona: sono state per me una grande lezione di sobrietà e semplicità e un’occasione di sperimentare che si può essere felici anche con poco. Grazie!’ (Sr Monica)
‘Forse negli anni alcuni ricordi svaniranno, ma credo che porterò sempre con me i loro occhi, occhi che sono stati capaci di sguardi autentici, occhi nei quali mi sono potuta specchiare e mi sono potuta vedere come mai mi ero vista prima. Da questo viaggio mi sono portata a casa ognuno di loro, le loro storie, i loro sorrisi, e i loro volti, mi sono portata a casa quello che mi hanno insegnato: solo una cosa è l’unica che conta: l’umanità. (Barbara)