L’Associazione aderisce al Forum del Dialogo

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Si è svolto, il 27 febbraio 2016, il Forum del Dialogo – San Marino “crocevia internazionale” del dialogo sociale, religioso, culturale…

Si è trattato della 1ª edizione di quella che dovrebbe essere una serie di appuntamenti interessanti e importanti per il nostro Paese con lo scopo di offrire un’occasione di confronto e di approfondimento sul valore del dialogo e su come metterlo in pratica.

Il tema del Forum era “NOI e l’ISLAM”: niente di più attuale e stimolante in tema di dialogo.

Il Prof. Di Nubila, ideatore del Forum, ci ha dato il senso di questa iniziativa, sostenuta da molte Associazioni sammarinesi, dicendo che non si tratta di un ring dal quale devono uscire vincitori e sconfitti, quanto piuttosto di un laboratorio di riflessione, di idee per rendere possibile il dialogo come incontro fra sostenitori di pace, disponibili all’ascolto e al rispetto dell’altro, perché il dialogo è un processo di reciprocità esigente grazie al quale si rimuovono diffidenze, incomprensioni e rifiuti per arrivare a conoscersi veramente.

Quindi l’obiettivo del dialogo non è concluderlo ma saperlo esercitare con la indispensabile libertà di coscienza.

La parola è poi passata a Franco Anelli, Rettore dell’Università Cattolica, che ci ha parlato dei luoghi del dialogo. E in questo senso le istituzioni formative sono luoghi del dialogo a patto che, nel loro compito di conservare e tramandare la memoria, offrano le chiavi giuste di accesso al grande mondo del sapere, perché la cultura non circola ad un livello diverso e avulso dalla realtà, altrimenti non produce coesione sociale. Non si tratta di vivere in un paradiso delle idee ma di costruire una coesistenza, oggi particolarmente difficile rispetto al passato, che non si basi sulla contrapposizione, ma sulla pacifica accoglienza senza rinunciare alla propria identità, alla propria tradizione. Oggi nel mondo occidentale c’è una tendenza che ha assolutizzato la laicità a tal punto da pretendere di non considerare le nostre tradizioni e la nostra storia. Dobbiamo, dunque, vincere l’atteggiamento dei laicisti/nichilisti che da una parte negano la laicità cristiana e dall’altra sostengono la contrapposizione della laicità alla religione e non possiamo farlo rinunciando a quello che siamo stati.

Riccardo Redaelli, Professore alla Cattolica, nell’ambito del tema “Quale Islam?”, ci ha spiegato che non esiste un Islam al singolare, come una realtà fissa e cristallizzata, idea diffusasi dopo l’11 settembre. Così come l’islam non coincide con il mondo arabo, che ne costituisce solo una piccola parte. L’Islam, come il Cristianesimo, ha vari aspetti a seconda del luogo e del periodo che si considera. Seguendo, quindi, questo itinerario è emerso come l’occidente veda, erroneamente, l’Islam come un Moloch tanto più minaccioso quanto più si fa pallida la nostra identità e rovinoso il nostro declino economico e demografico. Ma, a sostegno della tesi che l’Islam non è un monolite, il Prof. Redaelli ci ha spiegato che anche l’Islam ha dei problemi. Uno di questi è il rapporto con la modernità, anche perché l’impatto con la modernità in molti paesi islamici è avvenuto durante il periodo della colonizzazione. Allo stesso modo l’idea dello Stato nazionale ha posto dei problemi all’Islam, messo di fronte alla propria debolezza militare, politica ecc.

Un altro grande problema è sorto nei confronti della libertà dell’individuo. E in questo ambito, grande è il tema dell’interpretazione dogmatica, illiberale e violenta della legge che mina gravemente la libertà dell’individuo. A ciò si aggiunge la questione geopolitica che in questo contesto estremista e intransigente diventa scontro violento anche laddove c’era sempre stata pacifica convivenza, come fra sunniti e sciiti.

In sintesi è necessario confronto e rispetto che supera la semplice tolleranza e questa è una sfida anche per l’Islam.

Al Prof. Massimo Cacciari è stato chiesto di rispondere alla domanda “Noi e l’Islam: un dialogo possibile?”.

Con la passione e la competenza che lo contraddistinguono ha fatto un interessante excursus filosofico-teologico sull’Islam e le sue connessioni e relazioni con la cultura greca, quella cristiana fino ad arrivare ai nostri giorni, tracciando un percorso che ci ha fatto comprendere come nella storia Islam e Occidente siano venuti in contatto, in dialogo, e come questa relazione, che è stata multiculturale e cosmopolita, sia oggi difficile e la distanza fra Islam e Occidente si allontana, rafforzata da opposte culture e da opposte idee. Ma è proprio di fronte al conflitto che è assolutamente necessario e indispensabile il dialogo, perché è sul conflitto che si dialoga e non tanto sui denominatori comuni. Il dialogo implica conoscenza ed è un percorso faticoso ma l’ignoranza, anche quella politica, provoca il peggioramento delle situazioni. Quindi nel dialogo occorre disponibilità in tutti i modi e le differenze è un bene che esistano, altrimenti, se in nome del dialogo vengono soppresse, tutto è omologato e il dialogo non serve più alla conoscenza delle distinzione che si devono, invece, considerare nel modo più alto.

Ha chiuso gli interventi della mattina Izzeddin Elzir, Presidente delle Comunità islamiche italiane, che ci ha subito invitato a considerarci parte della stessa famiglia umana, sottolineando che è l’ignoranza che porta allo scontro, mentre con la conoscenza, l’altro diventa una ricchezza.

Come emerso anche in altri precedenti interventi, spiega che anche i mussulmani sono diversi fra loro in considerazione dell’ambiente in cui vivono e del fatto che, come per tutti gli esseri umani, ci sono mussulmani bravi ed altri delinquenti, onesti o ladri e via dicendo. Proprio per questo è giusto che i mussulmani siano trattati come gli altri esseri umani e cioè cittadini italiani di fede islamica o cittadini europei di fede islamica.

Per questo il dialogo è molto importante perché porta alla conoscenza che crea ponti, non ghetti, senza per questo perdere le proprie radici ma creando relazioni fra diversi. Anche se il dialogo può essere difficile – e lo vediamo anche nelle nostre famiglie – è l’unica via per conoscerci, rispettarci e pacificamente convivere.

Questa bella proposta dimostra che San Marino può farsi interprete e promotore del dialogo e di interessanti momenti di riflessione e di confronto in ambito multiculturale e interreligioso.

Condividiamo l’auspicio fatto dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri Pasquale Valentini nel suo indirizzo di saluto: il titolo del Forum è “NOI e l’ISLAM”, auspico che alla fine comprendiamo che in quel “NOI” ci sta anche l’ISLAM.